Senza di te, le emozioni di oggi…

"Senza di te le emozioni di oggi, sarebbero la pelle morta delle emozioni passate" 
 
 

Oggi mi hai detto per la prima volta “ti odio”.

Ero seduto alla mia scrivania, e ti ho sentito pronunciarlo mentre ancora stavi sulla porta, ferma, immobile, come in attesa. Aggrappata allo stipite, come se potesse darti forza. L’aria attorno vibrava, ancora carica della forza e del messaggio di quelle parole taglienti.

Non ho alzato subito lo sguardo: mi sono preso qualche istante per immaginarmi come sarebbe stato il tuo viso. Forse eri tesa, contratta in una smorfia di disgusto. Oppure annientata dal tuo stesso dolore, con gli occhi sbarrati, finalmente bambina. O, ancora, riuscivo a immaginarti fiera e persino orgogliosa di ciò che avevo fatto.

Niente e tutto quello che avevo immaginato stava dipinto sul tuo volto, in una maschera grottescamente intelligibile; proprio tu, che sempre ti eri vantata di saper dominare le emozioni al punto tale che mai nessuno sarebbe stato capace di leggere nei tuoi tratti quello che tu non vi volevi scritto.

Mi trovasti stupito, come chi si scontra con un fantasma del passato.

Mi aveva colpito il tono con cui avevi pronunciato quelle due parole: piatto, apatico, privo di te. Ecco, ero riuscito a farti perdere la vera essenza di te stessa. Eppure ancora scorgevo barlumi della tua focosa natura, tra le ceneri della nuova arrivata. Con quel tono svuotato e impersonale, riuscivi a portare il tuo pensiero: è la forma, non il contenuto, che conta.

Quante volte te lo avevo sentito ripetere? Lo sussurravi allegra, con il sorriso sprezzante di chi sa di possedere una grande verità.

Ed ora ridevo io. Anch’io non ero mai cambiato.

Lo pensavi, l’avevo creduto anch’io per un certo periodo, non lo nego. Ma era così. Non era mai così. Possiamo prenderci una pausa da noi stessi, ma difficilmente il mondo ci permette una vacanza più lunga di quella che ci spetta. E sapere chi siamo, è molto più confortante di correre incontro ad una nuova ma indefinita forma. Anche se è la nostra.

“Davvero credevi che l’avresti passata liscia questa volta, bambina?Hai provato a ferirmi, ti sei presa gioco di me. Avevi tutto e lo hai buttato per uno stupido gioco. E hai perso. Ti ho insegnato tutto quello che sai, ma non tutto quello che so. Ora non puoi prenderla che con te stessa, per ciò che hai voluto.”

“Perché?”, chiedesti con un soffio, mentre il fuoco della tua indomita rabbia, annegava tra le lacrime della disperazione. Eri sempre te stessa, ance in quel momento.

“Come ti permetti di chiederlo?”, ruggii saettando con lo sguardo per colpire il centro dei tuoi ammalianti occhi smeraldo. Ancora riuscivi a farmi perdere il controllo. Eri la sola. Ma solo per un istante.

“Hai perso il diritto di fare domande da molto tempo. Annoia qualcun altro con retorica di cui conosci da sola la risposta. Sparisci, adesso, non ho tempo da dedicarti. Sono troppo impegnato a sistemare quello che tu hai distrutto. Le tue cose, o ciò che ne resta, ti verranno consegnate domattina. Ti auguro una buona serata”.

Non avevo finito di pronunciare la frase, quando il lampo dei tuoi capelli rossi aveva attraversato per l’ultima volta la stanza. Evanescente, eppure con il tuo irruente piglio deciso, eri svanita per sempre. Un alito di vento si mischiava alle ultime note del tuo profumo, che ti seguiva leggiadro.

 

Aprii la finestra per liberare anche l’ultimo ricordo di te. Nell’aria pungente di quella sera di novembre, udii il valzer sublime delle foglie di acero. Ricordai noi. Ricordai la vera essenza di me e di te. Ricordai quando liberi, sinceri e fragili, ballavamo nelle sere d’autunno, circondati dal fruscio delle foglie e da un cielo di speranze.

2 responses to this post.

  1. Posted by giacomo on 24 novembre 2008 at 20:10

    non preoccuparti non le HO RISPOSTO MALE…..le "stavo rispondendo male" (ed ero convinto di farlo), poi ho capito che non ne avevo bisogno!
    jack

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  2. Posted by Davide on 13 novembre 2008 at 12:02

    Ma non se ne doveva parlare più?Le vecchie storie le danno nostalgia?^.^

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